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Nomisma: il mercato immobiliare è vicino al punto di svolta

Inserito il 21/02/2018

In ripresa le compravendite ma per la risalita dei prezzi bisognerà aspettare

Secondo il 3° Osservatorio Immobiliare 2017 di Nomisma, dopo dieci anni di crisi la ripresa del mercato immobiliare in Italia è vicina. Per ora riguarda gli scambi mentre sul fronte dei prezzi bisognerà ancora attendere. Tuttavia «nel 2017 l’euforia si è leggermente affievolita, lasciando spazio a una maggiore oculatezza nelle scelte che scaturisce dalla valutazione dei fattori di debolezza ancora presenti sul mercato». 

 

 

Per Nomisma le compravendite di abitazioni in Italia si attesteranno poco sotto le 545mila; considerando come termine di paragone il 2006 – ultimo anno della fase espansiva – il mercato residenziale si è ridimensionato di circa il 36,6%, pari a oltre 300 mila contratti stipulati in meno. «Dopo la variazione annua del +16% registrata a fine 2016, si stima una significativa riduzione della crescita (delle compravendite ndr) che dovrebbe attestarsi nell’ordine del +5% ad esito delle dinamiche che hanno interessato il segmento abitativo (+5,5%) e quello terziario e commerciale (+2,2%). 

 

Ancora molta strada da fare  

Il terreno da recuperare è ancora tanto: nello specifico i 13 mercati monitorati riflettono il trend nazionale con un incremento del 5,7% nel 2017 (considerando gli ultimi 11 anni, il calo si attesta in questo caso al 20,4%); più pesante lo scotto per gli immobili per l’impresa (-45,6% al di sotto dei livelli pre-crisi). 

 

Per quantificare la perdita di valore capitale degli immobili, fatto 100 il prezzo medio delle abitazioni nuove nel 2008 nella media dei 13 mercati, a fine 2017 tale valore è sceso a 77, con una flessione del 23% (estremi della graduatoria sono Milano con -17% e Firenze con -29%); rispetto agli uffici l’arretramento è giunto a 74, per un arretramento del 26% (con Cagliari che presenta il minore arretramento con -21% e Venezia terraferma che invece registra il gap più pesante, -32%). In ultimo i negozi, la cui riduzione media è stata del 22%, con agli estremi Venezia città con -17% e Venezia terraferma con -30%.